Un grande lusso disporre di un giardino in una città nata su un arcipelago di isole e ponti, dove la terra si contende lo spazio con l'acqua salmastra che la avvolge. E questo si dice accada da ben 1600 anni!
Eppure a Venezia esistono tanti spazi verdeggianti dove crescono fiori, alberi e ortaggi. E ben pochi lo sanno, perché la maggior parte è nascosta alla vista. Luoghi dell'anima, segreti perché nascosti da aristocratiche facciate lungo il Canal Grande o nella parte meno frequentata del sestiere di Cannaregio affacciata sulla laguna nord, per il piacere esclusivo dei proprietari e dei fortunati ospiti. O perché racchiusi in antichi chiostri, dove nel silenzio lavorare e pregare per la cura del corpo e dello spirito. Talvolta però svelati da esuberanti ciuffi di verde, che debordano nel fitto labirinto di calli e canali, un po' per sfrontatezza un po' per aumentare la nostra curiosità.
Andare "per giardini" a Venezia significa scoprire degli smeraldi incastonati fra alte mura di cinta, che oggi come un tempo proteggono da sguardi indiscreti e dall'attacco dei venti di scirocco e di bora. Oasi verdi, tuttora attraversate da pergole cariche di fiori e grappoli. Tappeti sempreverdi, ricamati da stagionali macchie di colore. Oppure "stanze di verzura", odorose di erbe aromatiche e ortaggi, coltivate con sapienza e passione. Ma anche scrigni per piante esotiche che, pur memori dei lunghi viaggi da terre lontane fatte dalle antenate, oggi si sono perfettamente acclimatate: palme svettanti, rose rifiorenti, inebrianti agrumi che hanno trovato casa in laguna.
Una passeggiata nel sestiere di Castello apre ad inattese emozioni verdi. Nell'Orangerie dell'Hotel Metropole ci si può lasciar avvolgere dalla fragranza di un té orientale; sui masegni dell'antica corte, accarezzando profumate piante di limone e arancio in vaso, si possono ricalcare i passi di Sigmund Freud, Thomas Mann e Marcel Proust, illustri e affezionati ospiti dell'allora Pensione Kirsch; oppure nel silenzio sentire riecheggiare le note di Antonio Vivaldi e delle sue "putte", orfane veneziane a cui il "prete rosso" impartiva lezioni di musica nella vicina Pietà.
Addentrandosi in una delle aree più autentiche della città si possono raggiungere la chiesa e il convento di San Francesco della Vigna: gli antichi chiostri e l'orto di clausura da secoli si schiudono su colture di ortaggi, nespoli, giuggioli e filari di viti da cui oggi si ricava il vino "Harmonia Mundi": uno spazio di pace, in un intreccio di vicende che ci riportano al "fraticello d'Assisi", alla prima vite che avrebbe fruttificato in laguna e al leggendario approdo dell'evangelista Marco, naufrago da una tempesta, qui accolto da un Angelo ad annunciargli che sarebbe divenuto il patrono di Venezia. Non lontano, sospeso fra il glorioso passato della Serenissima e lo sguardo colto e rivoluzionario di un grande maestro dell'architettura contemporanea come Carlo Scarpa, si può entrare nella prestigiosa Fondazione Querini Stampalia, frequentata per la sua casa museo, la biblioteca e l'Area Scarpa che racchiude un raffinato "hortus conclusus" dove ogni elemento ha un valore evocativo: l'acqua che entra nel palazzo e scorre nel giardino, il labirinto di alabastro per abbeverare gli uccellini che rompono il silenzio con il loro canto, il leone marciano, la vera da pozzo, i bagliori bizantini dei mosaici di Murano firmati da Mario De Luigi, piante dal fascino orientale e infine un percorso composto da pietre di forma disomogenea, quasi note musicali, che invitano a riflettere a ogni passo. Un suggerimento per chi ama l'anima più profonda di Venezia e camminando ne ammira anche le erbe selvatiche che crescono fra i mattoni.
Da oltre 20 anni, grazie al Wigwam Club Giardini Storici Venezia molti turisti illuminati sono rimasti rapiti dalla bellezza dei giardini di Venezia, dove si esprime l'arte di paesaggisti e l'abilità dei giardinieri, l'opera di scultori e decoratori; dove si possono rivivere amori e passioni, fra simmetriche armonie e inattese emozioni; dove scoprire curiosità botaniche accanto alle prelibatezze che dagli orti lagunari giungevano fino alla tavola dei dogi.
Un tuffo nel vero senso del giardino veneziano, da secoli simbolo della resilienza di una natura tenace e della amorevole e indomita perseveranza dei suoi abitanti.
Laureata in Filosofia, giornalista, è autrice di numerosi articoli e libri sui giardini veneziani. Nel 2000 ha cofondato il Wigwam Club Giardini Storici Venezia di cui è tuttora presidente. Da anni cura progetti ed eventi sul tema del giardino.
Ha pubblicato: I Giardini Veneziani, con G. Bondi e L. Querenghi (Tamari Montagna 2004); Jardins Secrets de Venise, Flammarion 2006 (tradotto anche in inglese e tedesco come Gardens in Venice; Die Geheimen Garten von Venedig, DVA); Guida ai giardini di Venezia, con foto di Gabriele Kostas (in inglese: A Guide to the Gardens of Venice, La Toletta 2013).